come si è mostrato nel corso del 2005-2006, la classificazione delle forme politiche imperniata sul­l’opposizione fra dispotismo e libertà che, alla metà del XVIII secolo, Monte­s­quieu sostituisce ai modelli universalistici della tradizione gius-contrattualistica co­stituisce il paradigma di riferimento delle teorie politiche dell’illuminismo, rive­landosi suscettibile di letture diverse, da quelle in chiave moderata che fanno leva sul “modello inglese” (esemplari in tal senso le voci politiche dell’“Encyclo­pédie”) a quelle, apparentemente distanti, che recuperano l’indagine minuziosa dedicata nello Spirito delle leggi alle repubbliche antiche per elaborare pro­grammi di riforma che sconfinano nell'utopia. Tra queste ultime spicca la propo­sta radicale di Rousseau, che costitisce certamente il più complesso e organico modello di trasformazione sociale prodotto dalla filosofia del XVIII secolo. Il corso di quest’anno si propone di illustrare lo sviluppo delle idee politiche del filosofo ginevrino, dal “Discorso sull’origine della disuguaglianza” (1755) al “Contratto sociale” (1762).

Testi:

1. J.-J. Rousseau, Discorso sull’origine della disuguaglianza fra gli uomini, in Id,, Discorsi, introduzione e note di L. Luporini, Milano, Rizzoli BUR, 1997 (è da leggere anche l’introduzione di Luporini);

2. J.-J. Rousseau, Il contratto sociale, introduzione di A. Burgio, Milano, Feltrinelli, 2003 (è da leggere anche l’introduzione di Burgio).

Un volume a scelta fra i seguenti:

1. I. Fetscher, La filosofia politica di Rousseau, trad. it., Milano, Feltrinelli, 1972.

2. A. Burgio, Uguaglianza, interesse, unanimità. La politica di Rousseau, Napoli, Bibliopolis, 1989.

3. M. Viroli, Jean-Jacques Rousseau e la teoria della società bene ordinata, Bologna, Il Mulino, 1993.

4. R. Derathe’, Jean-Jacques Rousseau e la scienza politica del suo tempo, trad. it., Bologna, Il Mulino, 1993.