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Filosofia delle scienze sociali -a

Corsi di laurea:
Scienze filosofiche
Docenti:
Montuschi Eleonora
Anno accademico:
2007/2008
Codice corso:
53647
Crediti formativi:
5
Ambito:
M-FIL/02 LOGICA E FILOSOFIA DELLA SCIENZA
Decreto Ministeriale:
509/99
Ore di lezione:
30
Descrizione:
Presupposti ontologici dell’oggettivita’ sociale: Dato ed Evidenza

Programma

Il corso si propone di analizzare il regime della datità e dei suoi usi possibili nel complesso contesto delle ontologie sociali.

Nella prima parte del modulo verranno introdotti i fondamenti filosofici del problema del dato. Invocato come necessario e sufficiente dalle ontologie di matrice empirista a garanzia e giustificazione della conoscenza oggettiva, il dato diviene necessario ma insufficiente nelle ricostruzioni epistemologiche di ispirazione kantiana (e nella variante husserliana), per rinunciare infine sia alla necessità che alla sufficienza nel capovolgimento hegeliano dell’oggettività nella spiritualità.

Ripercorrere sommariamente le tappe filosofiche fondamentali del concetto di dato ha lo scopo di stabilire, propedeuticamente, lo scenario filosofico che fa da sfondo alle ontologie, spesso tacite, cui fa riferimento la ricerca scientifica, nelle sue varie forme e campi d’indagine.

L’importanza del ricorso al dato nella pratica scientifica ha a che fare in modo cruciale con l’uso che del dato si fa per fornire evidenza all’oggettività dei.risultati conoscitivi. Di questo ci si occuperà nella parte centrale del corso. Il percorso che porta da un’ipotesi riguardante l’esistenza di un fatto o di una entità alla validazione (o rifiuto) di tale ipotesi non equivale unicamente all’applicazione corretta e controllata di un’inferenza logica. Per molti aspetti si tratta di una ‘costruzione’, che coinvolge plurimi livelli di messa in forma e di messa in atto. Come si costruisce dunque l’evidenza scientifica?

Il problema su cui si rifletterà nella terza parte del modulo è come un concetto non ingenuo di evidenza scientifica possa essere invocato a sostegno dei risultati perseguiti nel caso specifico della teorizzazione sociale. Il problema è qui di duplice ordine. In primo luogo, quanto legittimo è invocare evidenza scientifica per un fatto sociale quando l’evidenza stessa è una costruzione ‘mista’ (in parte scientifica e in parte sociale)? In secondo luogo, in che modo questa costruzione necessariamente mista dell’evidenza può essere chiamata efficaciemente in causa nel perseguire azioni, pratiche e decisioni socialmente orientate?

Bibliografia

Prima parte:

Estratti da Kant, Critica della Ragion Pura; Hegel, Fenomenologia dello Spirito

Husserl, Ricerche Logiche.

Seconda parte:

- S.Haack, Defending Science - within reason, Prometheus Books 2003, cap. 3; e parti di S. Haack, Evidence and inquiry : towards reconstruction in epistemology,Blackwell, 1993.

- I. Hacking, The Social Construction of What?, Chicago University Press 1999; cap. 1 e 2.

- T. Kelly, ‘Evidence’, The Stanford Encyclopaedia of Philosophy, 2006 edition

Terza parte:

- Parti di T.M. Porter, Trust in Numbers: The Pursuit of Objectivity in Science and Public Life, Princeton University Press 1995

- D. Michaels, ‘Scientific Evidence and Public Policy’, American Journal of Public Health 2005 Supplement 1, vol. 95.

- Parti di T. Golan, Laws of Men Laws of Nature, CUP 2004

- Parti di O. O’Neill, A Question of Trust, CUP 2002


Elenco appelli e prove

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